There are bugs in a black potato on friday at the gas station in Garbogera dr.

7/03/2006

La nuova banda


il concerto del 1° luglio è stata l'occasione per l'esordio della nuova formazione dei Garbogera drive. il singer Lorenzo, rigenerato da una settimana siciliana e da una cura a base di damasco lappato nel suo nuovo quasi appartamento, è ancora al suo posto e grida come in dannato nel microphono.

anche adriano, imparigito da una decina di giorni a parigi, resta a cavallo della chitarra e soffia disperatamente nella sua armonica. con lui nella foto c'è Marco, new entry assunta come (ottimo) bassista, ma presto alle sei corde e anche alla voce per i cori.
e resta ai ferri del mestiere anche Bruno, l'unico batterista in grado di rullare dall'inizio alla fine di un pezzo e di passare poi ai bonghi. con lui nella foto c'è Miguel, esperto chitarrista oriundo italo-argentino, che come Camoranesi ha rinunciato al passaporto sudamericano pur di suonare un po' di blues nei Garbogera.

rock'n'roll vs piano bar
















la vita, si sa, è questione di scelta tra filosofie: o il rock'n'roll o il piano bar. ebbene, l'esperienza live di sabato 1 luglio alla Caffetteria '900 a Limbiate, è stata la manifestazione in forma sonora di questo conflitto essenziale fra filosofie di vita. da una parte, i Garbogera drive, la nostra banda un po' rock e un po' folk. dall'altra, a pochi metri, di fronte a una gelateria rivale di cui non è possibile citare nome e ragione sociale, Mr. Vivo per lei e compagna, cioè un duetto da piano bar molto bravo, ma onestamente, sentito milioni di volte, da varazze a gallipoli. figuratevi voi la guerra tra suoni e rumori, per una sera soldati degli eserciti immaginari capeggiati dal baffone della caffetteria e dal pancione della gelateria...

















comunque, come si vede dalle foto, ci siamo divertiti alquanto (tre birre medie e una piccola, focaccia con melanzane e cipolla, cannonao, milioni di sigarette rollate), e qualche pezzo non è venuto poi così male. anche se tra un ramazzotti e un bocelli provenienti dal fronte opposto, a volte, non si capiva proprio un cazzo.